I ruderi di Castel Belfort si trovano lungo la strada statale tra Cavedago e Spormaggiore.
Il primo documento riguardante il Castel Belforte risale al 1311, quando Enrico conte di boemia concedette la licenza a Tissone di Altspaur di costruire una torre di guardia sulla Via Nuova. Il complesso era composto dall' attuale torre e da un fabbricato ai suoi piedi. Già nel 1350 passa nelle mani dei Raifer di Castel Campo, ben presto torna però ai conti del Tirolo. Passano i secoli e le avventure di Castel Belfort si imbattono in un terrificante incendio nel 1670.
Venne ricostruito nel 1700, abbattuti i vecchi edifici, venne eretto un nuovo palazzo rettangolare abitato solo nel periodo estivo. Incontra la devastazione e l'abbandono nel periodo napoleonico.
Rimane il bel portale calcareo reggente lo stemma dei Saracini e la monumentalità della torre medioevale.
I ruderi del castello sono ben visibili dalla strada che da Cavedago conduce a Spormaggiore.
La storia della giurisdizione di Castel Belforte
Tissone figlio di Geremia I e primo edificatore di Castel Belforte, ricoprendo la carica di vicario vescovile fu coinvolto nelle lotte nobiliari del 1334 in Val di Non che lo vedranno schierato a Fianco del Principe Vescovo di Trento.
Egli morirà prematuramente già nel 1339, ma le conseguenze della sua scelta ricadranno sui suoi discendenti qualche anno più tardi. I Thun, conti del Tirolo bandiranno dal principato i suoi eredi che dovranno cedere il castello nel 1350. Castel Belforte passa così nelle mani di Nicolò Reifer, già capitano della giurisdizione di Castel Rovina.
I Reifer occupano Castel Belforte fino al 1415 quando a seguito di tresche clandestine Pietro Sporo (detto Pietro il terribile) per mezzo del figlio Giorgio lo assedia ed infine lo occupa, confidando nella promessa di esserne infeudato da parte del Duca Ernesto. Il dinasta Gasparo Reifer viene così incarcerato ed il castello passa di mano, ma pochi anni più tardi alla morte di Pietro Sporo (1345-1424) e scaduta l'investitura per conquista, Belforte viene restituito dagli Sporo al Duca Federico. Il castello, che a questo punto per diritto dovrebbe ritornare ai Reifer, viene invece concesso per ripicca dal Duca prima a Giovanni Uber (1427) e poi al giudice Andrea Vogt (1428-29). Nel 1429 Belforte ritorna finalmente ai Thun, che a partire dal 1450 lo concedono nuovamente ai Reifer come Feudo mascolino, concessione che terminerà infine nel 1470 per mancanza di eredi maschi.
I loro successori saranno i Neudeck, famiglia di ministeriali proveniente da Andrech, il cui patriarca è Martino Neudeck, assegnatario dall'arciduca Sigismondo delle mansioni di amministratore e scalco. La famiglia venuta nel Tirolo che in un crescendo di popolarità acquisterà prima il Castello feudale di Anger come dimora, ed a seguire Castel Belforte, Malosco, Wellenberg e Fragenstein. Martino di Neudeck passerà l'amministrazione di Belfort prima a Sigismondo Neudeck e poi a Vittorio Neudeck in qualità di capitani. Nel 1500 alla morte di Vittorio Neudeck l'amministrazione della giurisdizione verrà concessa a Bartolomeo Concini.
Questo per meriti in battaglia acquisiti nella guerra ai Veneziani del 1478 verrà premiato con l'assegnazione di castello e giurisdizione concessi come feudo pignoratizio.
Il castello passerà ancora di mano qualche anno più tardi quando nel 1543 uno degli eredi, Tobia Concini, per motivi che non sembrano essere riportati dalle cronache cederà il feudo in favore di Leonardo Nogarola di Verona, il quale secondo le cronache verserà 4.900R. non meglio specificati come saldo delle spese.
Castel Belforte nel frattempo risulta essere piuttosto povero e malconcio, e la famiglia dei Nogarola vi rimarrà solo per un ventennio. Ad essi subentrerà la famiglia di Antonio Pezzen Notaio in Valle di Non, originario di Brescia che ottenne Belforte come feudo pignoratizio nel 1607. La proprietà passerà in seguito ai suoi eredi, dei quali l'ultima in dinastia sarà Elisabetta, che sposandosi con Francesco Conte di Terlago segnerà un ulteriore cambio di dinastia nella travagliata storia di Belforte.
Nel 1642 Domenico Vigilio Spaur compera il Feudo di Belforte per la somma di 24.900R. ma l'affare non si rivelerà proficuo, ed a distanza di soli 8 anni lo stesso sarà rivenduto per la stessa cifra ad Antonio Del Monte, il quale sposato ma senza prole con Antonia Saracini lo lascerà in eredità ai nipoti Antonio e Leonardo, figli di Sigismondo fratello di Antonia.
Nel 1670 un pauroso incendio devastò il castello, ma i Saracini ebbero la cura di ricostruirlo, facendone tra l'altro un palazzo più moderno rispetto alla struttura medioevale precedente, e decisamente più adatto ad essere abitato.
La struttura a questo punto rimarrà di proprietà di questa famiglia, ma i tempi stanno cambiando, e nel 1785 il castello perderà il suo peso politico, le giurisdizioni di Flavon (Castel Flavon, in Valle di Non), Sporo - Rovina e Belforte vengono infatti unificate, e la sede vicariale sarà definita nella vecchia casa comunale di Spormaggiore.
Agli inizi del 1900 suddette giurisdizioni cessano di fatto.
La proprietà delle rovine di Castel Belforte è rimasta alla famiglia dei conti Saracini fino ai primi anni 90, quando il Comune di Spormaggiore ha acquistato il castello, che di recente è stato reso accessibile, anche con una struttura in metallo che permette di salire fino a metà altezza della torre.
Il Castel Belfort anche su visittrentino.it.
Fonte ed altre info su : brentapaganella.it